Batteria cellulari: durerà tre mesi

Mettere in carica il proprio cellulare ed utilizzarlo poi per mesi e mesi, senza il bisogno di dover ricaricare le batterie ogni due o tre giorni al massimo, e poter fare lo stesso anche con le auto elettriche e tanti elettrodomestici di uso domestico. È questo l'obiettivo al quale puntano ricercatori italiani e giapponesi che,
insieme, stanno per avviare un progetto che porterà in futuro alla messa a punto di 'super batterie intelligenti' che garantiranno una autonomia di almeno 90 giorni. Il progetto è frutto della collaborazione tra il Distretto Veneto delle Nanotecnologie 'Veneto Nanotech' (nato nel 2003 dalla sinergia tra le università di Padova, Venezia e Verona, Regione Veneto, Ministero della Ricerca Miur, istituzioni pubbliche e compagnie private) e la Nagano Techno Foundation
giapponese. Una collaborazione 'di frontierà fra Italia e Giappone la cui importanza è sottolineata anche dal ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo, che rileva come siano vari i campi di interesse comuni tra i due Paesi. Obiettivo della Veneto Nanotech è appunto quello di sviluppare la ricerca per ottenere innovativi materiali dalle nanotecnologie, con una significativa valenza industriale.

Il distretto rappresenta dunque una 'eccellenza' nella ricerca del settore, eccellenza riconosciuta anche all'estero, ed in particolare dai ricercatori giapponesi, che hanno appunto scelto di collaborare con l'Italia per avviare il progetto sulle 'super-batterie'. «Il nostro obiettivo - spiega il professor Morinobu Endo, della Facoltà di Ingegneria della Shinshu University - è mettere a punto batterie di lunghissima durata, minimo tre mesi, in grado di 'dispensarè l'energia in modo 'intelligentè. L'idea è che nel futuro potremo dimenticarci di dover caricare le batterie di cellulari o altri dispositivi, perchè queste avranno una autonomia lunghissima. Le applicazioni - sottolinea - saranno non solo riferite ai telefoni cellulari, ma anche a vari dispositivi elettronici, elettrodomestici di uso casalingo e auto elettriche». Un progetto che prevede l'utilizzo delle nanotecnologie, come ad esempio la cosiddetta tecnica del 'coating' (rivestimenti nano strutturati): «Vogliamo unire la nostra expertise nel campo delle batterie - afferma Endo - con l'eccellenza della Veneto Nanotech nelle tecnologie di coating. Unendo le forze possiamo realizzare questo innovativo progetto, che prevede finanziamenti - precisa - che saranno sia pubblici sia privati da entrambi i Paesi». Ma la 'super-batterià è solo un esempio dei vari settori di interesse comune tra Italia e Giappone: «Nell'ultimo bando di cooperazione, ad esempio - sottolinea Profumo - sono stati finanziati 13 progetti, tra cui appunto quello che vede coinvolto il Giappone e la Veneto nanotech per la parte italiana».

E vari, secondo il ministro, sono i temi comuni «su cui ci potrebbe essere una ulteriore attenzione. Tra questi - spiega - vi è anche quello delle tecnologie per le persone anziane e quello delle energie rinnovabili». In questo ultimo ambito, ad esempio, ricorda Profumo, «è già attiva una grande collaborazione tra il Giappone e un'azienda in Sicilia per la produzione di pannelli solari: una collaborazione importante, dal momento che si tratta di uno dei più grandi stabilimenti in Europa per la produzione di pannelli solari».

18 marzo 2012 - leggo.it
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